Q U A N T I C O U T U R I E R S P O S S O N O V A N T A R S I D I A V E R “I D E A T O U N C O L O R E” ?
Valentino Clemente Ludovico Garavani all’anagrafe, è il Valentino noto a tutti, invidiato da tutto il mondo.
Nato a Voghera, CLASSE 1935 (“classe” in maiuscolo non per caso,) fin da giovanissimo si interessa di moda, frequentando la Scuola di figurino a Milano e poi studia moda a Parigi.
Lavora per qualche periodo da Jean Dessès e nell’atelier di Guy Laroche, poi fonda il marchio Valentino. Esordio non facile anche perchè i soci con cui aveva intrapreso l’attività lo lasciano e la Valentino rischia la bancarotta. Sostanziale a quel punto è l’intervento in società di quello che diventerà poi suo compagno per la vita, ossia Giancarlo Giammetti, all’epoca ancora studente di architettura.
Giammetti non avrà mai la visibilità di Valentino, ma fa decollare l’azienda curandone gli aspetti amministrativi e la gestione della società, lasciando così campo libero alla creatività di Valentino. Parlare dell’ultimo “imperatore” non è cosa facile per chi è dell’ambiente, figuriamoci per chi a quel mondo proprio non appartiene.
Cercherò di sentirmi meno in soggezione nei suoi confronti, continuando a guardare una sua foto in cui è ritratto con abbronzatura “intensa” e piumino argentato in una blasonatissima località sciistica.
E per darmi una certa posa, mi verserò anche un calice di “Crémant’ Alsace” in onore della Francia che lui adora e dove possiede il Castello di Wideville, Crespières, non lontano da Parigi.La pagina bianca ora mi fà meno paura..
Dunque, tornando a Valentino…
Al giornalista che per primo ha insignito Garavani del titolo di “imperatore” va tutta la mia ammirazione perchè non si sarebbe potuto trovare appellativo più azzeccato.
Perchè sulla moda di Valentino si potrebbero spendere decine di aggettivi, ma il primo che viene in testa è che la sua moda è “regale”.


Ma perchè un capo di Valentino ha “une allure” in più?
In che cosa riesce ad essere così riconoscibile la sua mano? Come fa a rendere “Valentiniano” un semplice tubino?
La risposta è piuttosto scontata: classe e gusto, qualità che in lui sono doti innate.

Matteo Marzotto
Qui di seguito un breve trailer del film che avevo trovato in versione integrale su YouTube, ora non più disponibile. Il film celebra la sua sua straordinaria carriera. Vi consiglio di noleggiarlo: sarà un investimento per la vostra cultura nel caso amiate la moda o la detestiate.
-” I love beauty. It’s not my fault”- Valentino
Persino le stravaganze (poche) delle collezioni disegnate da lui, non sono mai eccessive ma bensì eleganti. L’ultimo imperatore della moda ha reso celebri i suoi capi di “Haute Couture” perchè finemente impreziositi dal dettaglio: un fiocco, un fiore di perle, un cinturone in pizzo broccato ricamato a mano che, come afferma lui stesso:

– “Per fare questo ricamo oggi, non basterebbe vendere una banca italiana”-
A Valentino si attribuisce anche il colore “rosso Valentino” , E lui, per non essere scontato, lo utilizzerà per pochissime sue creazioni. Il colore di cui parliamo è un mix tra carminio, popora e rosso di cadmio, e si narra che l’ispirazione per questa tonalità sia nata durante in un suo viaggio in Spagna.


Pochi giorni fa, ho postato una foto che ritrae Valentino agli esordi della sua carriera su Facebook.
Con mia grande sorpresa, un mio conoscente ha commentato la mia foto dicendo di aver servito a tavola Valentino. Gli ho subito chiesto se è stato “ il signore che mi aspetto che sia” e lui mi ha risposto dicendo che non aveva niente da eccepire, che gli era comunque sembrato “ freddo e distaccato” come se vivesse nel suo mondo”.
Leggendo questa frase ho pensato qualche minuto, poi mi sono detta. “ Perchè? In che mondo deve vivere Valentino? Non di certo nel nostro!”
Fonti:
www.wikipedia.org
www.businessinside.org
www.vogue.it
www.youtube.com
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