No, non è un post sul film Il tempo delle mele, state tranquilli. E’ un post che mi sento di scrivere per festeggiare il melo del giardino che in questi giorni sta iniziando a produrre delle piccole, irregolari ed immangiabili mele. Non so quale sia la qualità dell’albero da frutto e non è che non saperlo non mi faccia dormire la notte: sono felice perché adesso posso usare le mele nelle composizioni di fiori, tutto qua. D’ora in poi posso utilizzarle “a scopo decorativo”. Tra qualche giorno inizierò ad inserire anche qualche rametto di rosmarino e di salvia, a mio avviso davvero belli graficamente. Ieri ho cambiato qualcosina nella disposizione di casa: ho piazzato la scrivania di Knoll di fronte all’ingresso con due dei miei libri preferiti: un bel libro su Man Ray ed un libro con le incisioni di Rembrandt.
Tornando invece al Tempo delle Mele -il film intendo – non so se ridere ancora o deprimermi al ricordo di quei capodanni nelle sale parrocchiali gelide, con la musica tecno e la birra calda. Mi ricordo che una volta mi ero vestita con un abito lungo nero (???) e mi aspettavo arrivasse il tipo – come nel film- a mettermi le cuffie addosso con la canzone di Richard Sanderson “Reality”. Vi confido che sono andata a verificare adesso il titolo esatto su YouTube. Fortunatamente il tizio non è mai arrivato, io ho iniziato ad ascoltare metal e dell’abito lungo da sera ho fatto una canottiera.
Evviva il melo del giardino.
Chiara Orlando