Quando ho letto che The Sisters Brothers era un western, volevo quasi non vederlo e invece questo film si è rivelato una delle più piacevoli sorprese di Venezia 75.
La voce fuori campo ad inizio film di Joachin Phoenix quando dice: “Hey, we are the Sisters Brothers” ti mette già a sicuro almeno su uno degli attori del cast. Ogni copione che egli tocca si trasforma in pepita d’oro, per cui difficile incorrere in delusioni.

E sebbene il film inizi come il più banale dei western, pian piano prende vita e la trama si fa più interessante.
The Sisters Brothers è un film “veloce” che lascia spazio anche a momenti esistenzialisti. Il merito va a Jacques Audiard che in realtà con questo genere di pellicola c’entra poco, ma a cui riesce a dare la sua consueta intensità, tanto da aggiudicarsi il premio come miglior regia alla 75. Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia.

Ma non è solo Joachin Phoenix a brillare come una pepita qui, lo è anche il co-protagonista John C. Reilly a cui spetta il ruolo del fratello maggiore impacciato, sfortunato e stufo di fare l’assistente alle risse e alle sbronze del fratello.

Nella pellicola c’è anche Jake Gyllenhaal, il cui volto sembra essere nato per fare western (e molto altro).
C’è molto da vedere in The Sisters Brothers: la famigerata caccia all’oro prende tutte le sfumature più colorate della vita toccando gli affetti, i ricordi del passato, per chiudersi con ciò che ognuno di noi cerca: la serenità.
Chiara Orlando
Bellissimo, un classico già. Da vedere come pendant di quello dei fratelli Coen, film bibliografico perfetto. Ci sono addirittura le stesse scene ( come si setaccia la sabbia aurifera, ad es.) Inoltre mette al centro ci sono due fratelli; il rapporto fra i fratelli e sorelle (Sisters) ha attraversato tutta la mostra di questa annata. Non più l’amora resta la condizione fraterna come ultima ytincea! Grazie, grande Chiara.
grazie Piero! Proprio così, un nuovo classico!