È proprio vero che il giardino di Esta è bello in tutte le stagioni. In questi giorni gli alberi si stanno sporcando di giallo e di arancio, ma nelle bordure dominano ancora il rosa antico, i bianchi e il verde.

Quest’anno mi sono davvero dovuta inchinare alla bellezza dei sedum: chi l’avrebbe mai detto che una pianta che non necessita di cure, né di acqua ed è sempre sana, potesse trasformarsi in un tappeto di fioriture fitte e durature. Anche da fiore reciso il sedum si comporta come un bravo scolaretto, di quelli diligenti che se ne stanno tranquilli e non danno problemi, ma prolungano di giorni la loro freschezza in vaso.
Il sedum non è di certo la rosa, ma in tutta la sua banale semplicità, è uno degli elementi cardine del giardino da luglio a ottobre inoltrato.
Quando esco in giardino, il colpo d’occhio nel giardino roccioso è davvero notevole: il rosa antico lascia spazio a macchie verdi e bianche, per poi ridare la scena ai cespugli di varie sfumature di verdi.

Mi piace l’effetto del sedum anche nella zona dove ci sono i grandi cipressi: rende ancora più romantico l’angolo della panca in ferro bianco da cui si riesce a vedere la facciata della casa per intero.
Lo stelo solido del sedum permette alla pianta di ergersi e di tenere testa ai bossi (aihmé spesso malandati per via della Piralide del bosso) e alle altre piante che erano state scelte con cura per i mixed borders.

Quando vado a cogliere questi fiori vengo raggiunta da un profumo intenso di miele adorato sia le api che dai bombi, che ci danzano attorno con la stessa armonia di Nureyev.

Il mio augurio è che le giornate di sole si prolunghino ancora per un po’: vorrei godere ancora di questi colori e di questi profumi prima che l’inverno li faccia scomparire nella sua coltre di nebbiolina grigiastra.
Chiara Orlando